Inserto
Il fatto

Si è riunito a fine gennaio per la prima volta in Campania, presso gli uffici dell'assessorato alla Sanità, il tavolo tecnico permanente dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, istituito dall'assessore regionale Teresa Armato. Il tema dell'incontro, al quale ne seguiranno altri con cadenza mensile, è stato incentrato sulla spesa sanitaria. Tutti presenti, i 21 direttori generali delle aziende della Campania, tranne Michele Serrao del Cotugno e Sergio Florio della Asl Avellino 2. Si è decisa la istituzione di due gruppi di lavoro: il primo per lo studio di un nuovo criterio di ripartizione delle risorse e di qualificazione della spesa il secondo gruppo di lavoro si dovrà occupare dello studio di modelli e azioni comuni per la riqualificazione dell'assistenza materno infantile in Campania dove si registrano tassi altissimi di ricorso al parto cesareo e un'elevata incidenza di mortalità infantile.

Raffaele Ferraioli
Direttore generale
della Asl Salerno 1
Per migliorare conti e qualità sanitaria bisogna passare al finanziamento a prestazioni.
Sarebbe bene anche delineare le funzioni dei dipartimenti e progetti obiettivi di poter finanziare a parte su singoli problemi.
La Asl Salerno 1 ha un'eredità di 280 miliardi di debiti, tre strutture di riabilitazione in regime di ricovero con 300 posti letto e tutto il comprensorio della costiera amalfitana che, per la tipologia geografica e i flussi turistici, è stata finanziata sulla base di calcoli errati. Questi non possono essere problemi da lasciare affrontare al solo direttore generale.

Vincenzo Dell'Anno
direttore generale
della Asl Avellino 1
Per me il problema maggiore è nella vastità del territorio e nella bassa densità di popolazione con una rete di strutture ospedaliere (Ariano irpino, Baronia, Bisaccia e Sant'angelo dei Lombardi) che in totale fanno 700 posti letto per i quali la domanda è scarsa e l'alta specializzazione carente.
Peraltro la vicinanza al versante salernitano e pugliese determina una consistente migrazione sanitaria. Le attività distrettuali e la prevenzione sul territorio, sono scarse. Evidentemente il finanziamento a prestazione ci penalizzerebbe.

Pietro Alfano
direttore generale
ospedale civile di Caserta
La necessità di rileggere l'accesso al finanziamento esiste.Occorre, tuttavia, fare dei distinguo fra le Asl e le aziende ospedaliere. Così come bisogna tenere conto degli scenari futuri per programmare correttamente. A Caserta, con la realizzazione del Policlinico della Seconda Università, la domanda assistenziale cambierà completamente.
Una delle peculiarità dell'azienda è la presenza di un efficiente sistema di trasporto neonatale per il quale esistono 690 milioni di contributi.

Angelo Giusto
direttore generale
dell'Ao "Moscati" (Av)
La razionalizzazione della spesa ospedaliera passa per l'incremento dei ricoveri brevi e in day hospital e day surgery. Ma le strutture sono insufficienti. Poi c'è il problema dei tariffari. In alcuni casi, i Drg per prestazioni che presuppongono l'utilizzo di alte professionalità e nuove tecnologie non sono nemmeno contemplati dal tariffario. E' il caso del nostro servizio di genetica medica unico in tutto il Sud. In altri casi le cifre riconosciute sono assolutamente inadeguate a coprire i costi. E' difficile incoraggiare queste prestazioni quando non si ha certezza nella copertura della spesa. Esistono poi settori specializzati che non riescono a trovare compensazione tra le varie Asl. Occorre anche una maggiore comunicazione fra noi per evitare di puntare sulle stesse specialità fra territori contigui e stabilire delle convenzioni interaziendali. A scelte fatte è indispensabile attivare gli Urp (Uffici relazione con il pubblico) per l'orientamento dell'utenza. E' impensabile che al Cardarelli vi siano tre neurochirurgie. E' sintomatico della cattiva organizzazione il fatto che gli ospedali siano affollati per prestazioni del territorio come la diagnostica, le visite ambulatoriali e specialistiche.
A mio avviso bisogna procedere alla rilettura del tariffario, alla individuazione delle cifre corrette per ciascuna prestazione, alla individuazione di strumenti di comunicazione interaziendale permanenti. A volte capita che chi ha l'organizzazione per eseguire uno screening non ha i mezzi per; magari il contrario avviene in altre realtà. Il tavolo è una formidabile occasione per recuperare il tempo perso.

Maria Teresa Bruni
direttore generale
della Asl Salerno 2
Questo tavolo tecnico è il segno di un clima di lavoro che sta cambiando. Sono sorpresa di questa convocazione.
Ora dobbiamo inventarci un metodo. Sul finanziamento le questioni sono due: la rivisitazione dei criteri per il riparto e la definizione del rapporto tra chi compra e chi produce.
Nel Lazio, abbiamo fallito perchè gli ospedali piccoli e improduttivi hanno sottratto eccessive risorse alle Asl.
Finora in Campania si è proceduto sulla base di bilanci preventivi privi di rapporto con la realtà senza che nessun bilancio consuntivo sia mai stato approvato dalla Regione.
Occorre anche rimettere sul binario della puntualità le rimesse mensili per evitare di pagare interessi.
Il risanamento della gestione si può tentare con bilanci di previsione corretti e contabilità economica? Il disavanzo, almeno, potrà essere controllato.

Loretta Mussi
direttore generale
dell'Ao "Rummo" (Bn)
Il Rummo sembrerebbe un'isola felice. Ma è solo apparenza.
I conti sono in regola ma l'ospedale non è in grado di fornire tutte le specialità. La popolazione va altrove per curarsi. C'è una voglia di rivalsa della popolazione e del personale che va assecondata e valorizzata. La contabilità economica è fondamentale per rivedere il bilancio anche in termini di qualità della spesa. Il disegno regionale deve tenere conto di queste esigenze.

Angelo Montemarano
direttore generale
della Asl Napoli 1
Il tavolo permanente è una vera novità. Devo confessare che è la prima volta che mi capita di parlare con tutti i colleghi avendo di fronte l'assessore e lo staff dei tecnici della Regione. La maggiore difficoltà da quando mi sono insediato a capo della Asl Napoli 1 è stata proprio l'isolamento. La vastità dell'azienda e l'azione dei creditori convenzionati è asfissiante.
Si finisce per impiegare molte risorse nelle battaglie legali. Il Tar non sempre si esprime in maniera univoca. I contenziosi e i decreti ingiuntivi potrebbero travolgere l'azienda. Sarebbe molto meglio che la contrattazione e la definizione del volume delle prestazioni fosse effettuata a monte, da parte della Regione.

Paris La Rocca
direttore generale
della Asl Napoli 3
Questo tavolo comune è il segno di una profonda inversione di tendenza. La prevenzione deve essere la nuova via per la Sanità campana.
Creare sinergie offre la possibilità di acquistare insieme beni e servizi abbattendo i costi. Sui problemi del territorio possiamo confrontarci e trovare soluzioni vantaggiose. Presso la mia Asl esiste il più basso indice di posti letto per abitante. Bisogna decidere insieme di quante strutture intermedie abbia bisogno un certo territorio. La rimodulazione dell'offerta deve avvenire in maniera equilibrata evitando l'affollamento degli ospedali metropolitani. Fondamentale anche il supporto informatico per la adottare la contabilità per centri di costo. La qualificazione dell'offerta può qualificare anche la domanda.

Enrico Iovino
direttore generale
Ao Cardarelli
Lavorare in team e in strategie comuni è determinante.
Nella mia esperienza emiliana questa strategie era centrale nella determinazione delle scelte e dei risultati. Se c'è accordo tra direttori e assessorato è possibile decidere preventivamente quanti interventi di un certo tipo debba fare un'azienda che a sua volta cede interventi di altro tipo ad una diversa azienda che si specializza in quel tipo di prestazione migliorando le economie di scala, razionalizzando i costi ed erogando una qualità di cure enormemente migliore.
Il mio problema attualmente è quello del Ota.
Stabilito che non debbono più fare le pulizia resta da vedere come impiegarli per migliorare almeno l'assistenza.
Al Cardarelli sono un esercito, basterebbero per tutti gli ospedali della Campania. E' evidente che questo tipo di problemi rimanda a scelte del passato e comunque incide sulla gestione di oggi.
Anche in questo caso confrontarsi con i colleghi può essere molto utile per trovare nuove soluzioni.


Pier Luigi Cerato
direttore generale
della Asl Napoli 2
Molti buoi sono già scappati dalla stalla ma avere, per la prima volta, l'idea di lavorare per un progetto organico di Sanità regionale consente di attenuare le differenza tra una Asl e l'altra e di adottare misure concertate nella soluzione dei problemi. Mi chiedo come mai le prestazioni di riabilitazione non siano sottoposte a compensazione tra le varie Asl.

Claudio Furcolo
direttore generale
della Asl Salerno 3
A mio avviso esiste un evidente problema di riequilibrio delle Asl sul territorio. Un altro nodo è quello della formazione del personale e dell'educazione dei cittadini. La Sanità attualmente è individuata dai pazienti con l'ospedale. Se pure si potenzia il territorio il cittadino che ha un problema va comunque in ospedale. Il processo di rieducazione all'uso dei servizi è lento e richiede una sforzo di comunicazione notevole che deve procedere di pari passo con la realizzazione di una rete territoriale efficiente. E' fondamentale anche l'integrazione del privato convenzionato e dei centri di riabilitazione in una definizione organica dei servizi.

Roberto Aponte
direttore generale
della Asl Napoli 5
La prima considerazione che mi viene da fare è che forse, per risanare i bilanci occorrono meno obiettivi e più analisi dei processi di spesa. E' possibile evidenziare immediatamente delle diseconomie e solo quando si è compreso qual è l'entità delle risorse effettivamente disponibili passare alla fase della realizzazione degli obiettivi che possono diventare reali e non virtuali.

Giacomo Di Palo
direttore generale
Ao "S. Giovanni di Dio" (Sa)
La realtà dell'ospedale di Salerno è molto complessa. Gli obiettivi perseguibili si possono raggiungere solo nel medio lungo periodo. Occorre per prima cosa stabilire con precisione le necessità dei cittadini e le risposte che competono alle Asl e all'ospedale. C'è poi tutto il capitolo delle alte tecnologie e della loro gestione che deve essere analizzato insieme al ruolo da affidare ai privati e convenzionati.

Mario Scarinzi
direttore generale
della Asl di Benevento
L'autonomia dei direttori deve confrontarsi con il quadro generale. Questo tavolo permanente può essere la sede ideale nel quale spetta alla regione disegnare il quadro generale. Per ora la mancanza di direttori sanitari e amministrativi non rende ancora operativa la fase del nostro lavoro. Su nodi come l'eccesso di spesa farmaceutica o la riabilitazione occorrono indicazioni chiare e precise.