Il Denaro, 17 Ottobre 2001
Cardiopatici e longevi grazie a un gene
I cittadini cilentani, abitanti della zona posta a Sud del fiume Alento, nonostante l'alta incidenza di malattie cardiovascolari, mantengono intatte le capacità lavorative e soprattutto godono di una vita media più elevata degli altri cittadini campani e superiore a qualunque altra zona d'Italia. E' questo il risultato di uno studio condotto, per tre anni sui trecento famiglie cilentane, dall'unità Cardiologica dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania della Asl Salerno 3. I risultati dello studio sono stati presentati nel corso del quarto Congresso Nazionale di Cardiologia promosso dall'ospedale di Vallo.
WOLFANGO MONACI
Claudio Furcolo, direttore generale della Asl Salerno 3 e Palladino Pantaleo, direttore sanitario aziendale, hanno introdotto, nei giorni scorsi, all'ospedale san Luca di Vallo della Lucania, il quarto Congresso nazionale di Cardiologia.
Qui sono state presentate le conclusioni di uno studio pilota sulle malattie cardiovascolari nelle popolazioni del Cilento.
Lo studio pilota, denominato "Loncile", ha coinvolto la popolazione residente a Sud del Fiume Alento.
Obiettivo: stabilire le ragioni dell'eccezionale longevità (superiore a quella di qualunque altra regione d'Italia) della popolazione nonostante la notevole incidenza di malattie cardiovascolari.
Sotto la lente degli studiosi, per tre anni, i parametri genetici e antropologici della popolazione.
Le ragioni delle caratteristiche di longevità della popolazione, secondo gli scienziati, sarebbero da ricondurre alle particolari caratteristiche genetiche della popolazione. Caratteristiche conservate intatte in secoli d'isolamento geografico e culturale.
Tali caratteristiche sarebbero potenziate sia dall'ambiente, ancora conservato e privo di fonti inquinanti, sia dalle abitudini alimentare nelle quali spicca l'utilizzo di olio di oliva ottenuto dalla spremitura a freddo (nei vecchi frantoi) delle olive ottenute dalle antiche coltivazioni e soprattutto dalla spremitura a freddo. Condizioni antropologiche, biologiche, cliniche e cardiologiche sono state messe a confronto in uno studio che ha coinvolto circa trecento anziani.
Lo studio, durato tre anni, è stato portato avanti da medici e personale sanitario della Asl Salerno 3 che ha curato, con metodologia statistica, l'analisi delle abitudini di vita, delle caratteristiche dell'ambiente, la dieta e l'anamnesi prossima e remota familiare di vari ceppi familiari.
La ricerca è stata condotta a domicilio, secondo una logica che vede il soggetto da studiare immerso nel proprio ambiente e colto nella propria quotidianità. Così la equipe che ha condotto lo studio ha contattato le persone e sottoposto ad esame antropologico, clinico, prelievo ematico ed esecuzione dell'elettrocardiogramma, nei rispettivi paesi di residenza.
La ricerca ha coinvolto circa 300 ultraottuagenari del Cilento e un gruppo di oltre 200 adulti, di età compresa tra i 20 e 40 anni, arruolati per confermare le precedenti osservazioni. Di ogni soggetto sono stati analizzati gli aspetti principali della condizione di vita e le caratteristiche genetiche. Nove i Comuni coinvolti (Magliano, Vetere, Moio Della Civitella, Monteforte Cilento, Orria, Perito, Salento, Stio, e Campora). Sarebbe l'assenza del gene E4 il responsabile di tale comportamento epidemiologico delle malattie cardiovascolari.
Il gene codifica per una apolipoproteina che ha un'influenza negativa sul metabolismo dei grassi ed è suscettibile, più degli altri geni omologhi, a determinare il decorso sfavorevole della malattia. La mancanza della proteina, inoltre, favorisce l'attività di una proteina simile ma con proprietà opposte.
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