Sarà San Sebastiano, Patrono della città capoluogo della provincia di Terra di Lavoro a interpretare anagraficamente il senso di appartenenza dell'ospedale al suo territorio.
Un logo aziendale, e un nome, capace di testimoniare l'identità dell'azienda sono in arrivo per l'Ospedale civile di Caserta. L'occasione per ripensare a dare connotati e radici, alla struttura sanitaria del capoluogo casertano, viene dall'elaborazione dell'atto aziendale, ossia lo statuto programmatico dell'azienda, attualmente all'esame degli organi regionali. "Con questa scelta — spiega il direttore generale Pietro Alfano — abbiamo deciso di ancorare ulteriormente l'istituzione ospedaliera alla radici della città che la ospita. San Sebastiano è il primo patrono della comunità casertana, sin dall'anno 1113, data della Bolla del vescovo Sennete che eresse a parrocchia la chiesa dove si venerava il simulacro del Santo, martirizzato dall'imperatore Diocleziano per la sua fede cristiana nell'anno 304 dopo Cristo. Il vecchio ospedale, contiguo al Santuario di Sant'Anna, eletta compatrona della Città negli anni Settanta, (con Bolla del vescovo Vito Roberti), risultò sempre identificato col nome della Santa alla quale, peraltro, è anche intitolata la piazza antistante l'edificio nel centro urbano. Da qui una sorta di oscuramento del Santo, primo patrono, nei cui confronti la fede popolare non è mai venuta meno".
In effetti, a leggere nella storia locale, sono citati episodi pestilenziali ed epidemie negli anni 1837, 1865, 1884 in cui i casertani invocarono a più riprese il loro Santo protettore: "Si tratta di un'ulteriore testimonianza che la devozione per San Sebastiano è, qui, di lunghissima data e sempre viva" sottolinea Alfano.
L'ospedale di Caserta, sin dalla sua remota istituzione, in collina, a Casertavecchia, prima del suo trasferimento al piano, in città - se si eccettua il solo periodo in cui era espressione caritatevole della pia organizzazione "Ave Gratia Plena" e pertanto così identificato - non ha mai avuto intitolazione nè a personaggi nè a qualsiasi altra istituzione di riferimento sanitario, storico-locale o altro. L'ex direttore generale, Claudio Furcolo, per colmare questa lacuna nel 1999, indusse una sorta di referendum.
Chiese collaborazione ai rappresentanti delle istituzioni cittadine, alle associazioni culturali, volontaristiche e sindacali per l'indicazione di un nome ritenuto più opportuno a rappresentare l'ospedale quale istituzione sanitario-assistenziale pubblica.
All'amministrazione ospedaliera pervennero molte proposte, alcune decisamente fantasiose ("Ospedale dell'Accoglienza", "Ospedale Accanto"), altre riferite a Dario Russo, medico chirurgo, primario all'Ospedale "Palasciano" di Capua, ucciso da una folle al termine del suo turno di lavoro. Altre ancora intitolate a Giacomo Gaglione l'apostolo della sofferenza di Marcianise, la cui causa di beatificazione è da anni in corso. Per si passò all'intitolazione ai santi: Sant'Anna (proposta dal presidente della provincia, Riccardo Ventre), Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Santa Maria di Loreto (vecchia intitolazione della chiesa poi dedicata a Sant'Anna), Santissima Annunziata a altri ancora. Non è mancata la proposta per Madre Teresa di Calcutta, formulata dall'ex prefetto Goffredo Sottile.
Il nodo è stato ora salomonicamente sciolto dal direttore generale Alfano che ha più semplicemente legato la storia e l'identità dell'azienda ospedaliera a un riferimento sacro e riconosciuto a Caserta come appunto il Santo Patrono.