Doveva avere, secondo il piano ospedaliero regionale, centotrentaquattro posti letto posti letto e invece ne ha solo quarantasei. A Roccadaspide potrebbe scattare la chiusura automatica dell'ospedale aperto da poco più di due anni e mezzo. Il presidio della Asl Salerno 3, nonostante sia il primo presidio sanitario salernitano ad aver sperimentato la day surgery, ossia la chirurgia di un solo giorno potrebbere chiudere i battenti. "Questo ospedale ha tutti i requisiti qualitativi e quantitativi per funzionare" dice il parroco, Don Cosimo Cerullo
"Da quattro mesi - denuncia Donato De Rosa, presidente della comunità montana - il direttore generale dell'Asl Sa 3, Claudio Furcolo, sta tentando di trasformare i risparmi ottenuti sull'oculata gestione della spesa farmaceutica in investimenti per consentire all'ospedale di Roccadaspide di funzionare secondo le sue potenzialità". Ad oggi, tutto è fermo. La priorità è il controllo del budget complessivo della sanità regionale . "La verità èche Napoli si sta mangiando il nostro ospedale", denuncia Mario Cammarota, storico animatore della lotta per far aprire l'ospedale di Roccadaspide: sono tremilaottocento i ricoveri effettuati nel nosocomio cilentano nell'ultimo anno. Ma l'ospedale è piccolo, troppo piccolo. Solo quarantasei posti letto. Finora hanno funzionato le unità operative di Medicina, Cardiologia e Chirurgia, ma siamo ad appena la metà della soglia minima di sopravvivenza stabilita dal ministro Sirchia. Il piano ospedaliero regionale assegna a Roccadaspide ben centotrentaquattro posti letto, ma nessuno ha visto il più volte annunciato potenziamento dell'unità coronarica, nonchè l'apertura dei reparti di Ortopedia, Pediatria e Ginecologia.. "Altrove ci sono nove posti letto ogni mille abitanti e lo scandalo dell'eterno sforamento della spesa farmaceutica. I nostri posti letto solo tre, risparmiamo e non imbrogliamo sulle medicine. La viabilità e le distanze sono da incubo. E' inumano penalizzarci ancora", dice un accorato Cammarota, esponente del Tribunale per i diritti del malato.
Nonostante tutto nell'ospedale medici ed infermieri continuano a fare i miracoli. I dati del 2002 parlano chiaro: le prestazioni sono state oltre ottomila, milletrecento interventi chirurgici, oltre trecento interventi in day surgery. Ortopedia, che non ha posti letto, con una logica dipartimentale il primario, Angelo Feola, pur senza mezzi, strumentazioni e personale ha impiantato oltre cinquecento gessi. Stessa situazione alla Ginecologia: qui sono stati portati a termine oltre trenta interventi chirurgici di media ed alta entità. Le situazioni paradossali sono all'ordine del giorno: spesso è tale l'affollamento nel reparto di chirurgia che ai pazienti viene ceduta la stanza dei medici.
A raccogliere il grido di allarme è il sindaco di Bellosguardo, Pepe, rappresentante dei primi cittadini dell'area in seno all'Asl Sa 3: "Chiediamo un intervento urgente all'assessore Rosalba Tufano. Non è possibile strozzare sul nascere una struttura sanitaria come questa che serve una zona come gli Alburni e la Valle del Calore Salernitano".